sabato 18 aprile 2020

COME CAMBIARE ABITUDINI IN 3 PASSI



Le abitudini sono innescate da automatismi, non sono azioni consapevoli. Per cambiarle ho pensato che può essere efficace procedere sviluppando i seguenti tre passi:

1.       Comprensione

2.       Consapevolezza

3.       Liberazione
      1. Comprensione:
Una cattiva abitudine bisogna prima comprenderla, dobbiamo disciplinarci a fermarci un attimo prima di compierla e cercare quale immagine, sensazione e/o quale dialogo interno ha fatto si che essa potesse manifestarsi.
 
 
2. Consapevolezza:
Una volta individuato lo schema mentale che precede l’azione, impariamo ad osservare il tutto in maniera distaccata, rendiamo pienamente consapevoli queste immagini, sensazioni e dialoghi interni. Cerchiamo di capire che sono frutto di meccanismi abitudinari privi di consapevolezza, arrivano senza che noi ce ne rendiamo conto.
 
 
 

3. Liberazione:
Liberiamoci da questa abitudine lasciando andare il vecchio schema mentale sostituendolo, ogni volta che si presenta, con un nuovo schema più funzionale che può presentarsi sotto forma di una nuova immagine, sensazione e/o dialogo interno.
 
 

Vi porto un esempio:

Sono da solo a casa ed improvvisamente mi viene in mente il sapore delle patatine.
Le immagino in tutta la loro consistenza, mi creo un dialogo interno del tipo: saranno buonissime, mi gratificherebbero molto, ma si dai sono giù di umore, ne ho bisogno ecc…ecc...
Questa strategia mentale se non portata ad un livello di comprensione, consapevolezza e liberazione si tramuta facilmente in azione.
Se comprendiamo questo diventiamo consapevoli della sua esistenza e possiamo dunque liberarcene cambiandolo con uno schema più funzionale.
A questo punto il mio schema mentale ed in particolare il dialogo interiore può diventare del tipo: una mela è tutto ciò che occorre in questo momento al mio benessere, sono soltanto annoiato e questo mi dovrebbe far capire due cose:
1. Accetto la noia come opportunità per stare bene da solo con me stesso
2. Cambio la situazione facendo un’attività incompatibile con il mangiare come ad esempio leggere, scrivere, fare attività fisica ecc..
 
 
Dott. Paolo De Rocco
Lifestyle coach e nutrizionista

 

 

martedì 7 aprile 2020

DIETA IN QUARANTENA


 
Affronterei il tema alimentazione, stile di vita, benessere, in tempi di quarantena, da due punti fondamentali, come è mia consuetudine fare ormai da un po’ di anni.

    EMOTIVO: molto importante, soprattutto in questo periodo, per via dello stato emozionale che viviamo, prevalentemente improntato sulla paura e sull’ insicurezza sanitaria, economica e sociale. Partire focalizzandoci sulla propria situazione emotiva ci permette di agire sulle leve motivazionali considerando che il nostro comportamento alimentare è in prevalenza determinato da come stiamo mentalmente.

 

    METABOLICO E NUTRIZIONALE: un aspetto più pratico e tecnico ma che se preso da solo può non essere sufficiente.

 

 
EMOTIVO:

Questo è un momento importante, dove quello che  dobbiamo cercare di percepire è un’opportunità per migliorare la nostra consapevolezza alimentare piuttosto che vedere la situazione come un ostacolo o addirittura una condanna. Provare gratitudine per tutto ciò che siamo e abbiamo  è un passaggio fondamentale per stare meglio. Scrissi, sempre qui sul blog, agli inizi della pandemia, un interessante articolo https://paoloderocco.blogspot.com/2020/03/il-periodo-migliore-per-essere-se.html. Un articolo sulla consapevolezza. Ed un altro https://paoloderocco.blogspot.com/2020/03/i-7-passi-della-routine-del-benessere.html, questo più pratico, che attraverso delle azioni da compiere di mattina, possiamo migliorare il nostro stato emotivo, il comportamento alimentare ed il metabolismo.
Qual è il messaggio, più o meno esplicito, di questi precedenti articoli? Questo è un periodo in cui possiamo ritagliarci il tempo necessario per mangiare consapevolmente. Le opportunità ci sono se colte bene:
- Mangiare lentamente.
- Programmare meglio la spesa ed i pasti.
- Più tempo da dedicare alla cottura degli alimenti ( ci sono molti studi che hanno, negli anni, correlato il tempo dedicato alla preparazione dei pasti con il decremento del rischio di obesità, invece cibi che non richiedono preparazioni, cibi precotti o pronti al consumo, la incrementano in quanto di solito sono meno genuini e più calorici).
- Ritualizzare il momento del pasto.
- Essere presenti.
- Distrarsi dai pensieri mentre mangiamo.

Diventa, dunque, importante il come ci si siede a tavola:
- Abbiamo il cellulare con noi?
- Stiamo discutendo con i nostri familiari, stiamo pensando a come evolverà la situazione sanitaria, economica, sociale ecc..?
- Ci lasciamo pervadere da un senso di abbandono, di sfiducia e sconforto?

Queste sono condizioni di estrema importanza, dobbiamo fare in modo che l’atto del mangiare sia puro e per farlo abbiamo bisogno di  presenza consapevole, di darci delle regole, poche ma valide, tra cui la più importante è fare un patto con noi stessi ed impedire che tutto ciò succeda quando siamo seduti a tavola. Per facilitare questo  può essere utili:

- Fare un doccia prima del pasto, soprattutto se ci rendiamo conto che potremmo arrivare con molto rimuginio mentale o con uno stato emozionale negativo.
- Pregare prima di pranzo, perché no.
- Oppure qualche minuto di meditazione in silenzio.
 
Quello che occorre è creare uno spazio di silenzio che preceda l’atto del mangiare. La preghiera, ad esempio, che era molto più utilizzata in tempi ed epoche diverse, può divenire un ottimo momento di meditazione (ovviamente se fatta con grande spiritualità) per manifestare gratitudine, essere più presenti nel qui ed ora nei confronti del piatto di pasta, legumi ecc.. che ci stiamo apprestando a mangiare. Ci aiuta a vivere il momento del pasto con grande presenza e gioia. Il nostro reale nemico, quando ci sediamo a tavola, non sono la nostra golosità, il nostro non riuscire a metterci a dieta ma le abitudini che portano a mangiare in maniera meccanica ed inconsapevole. Abitudini guidate dagli stati emotivi piuttosto che dalla consapevolezza.

Quello che scrivo non è semplice, diventare consapevoli significa diventare dei guerrieri che per il proprio bene si autoimpongono questa essenziale disciplina.  Il come mangio, il quanto ecc.. diventeranno dei dettagli e spesso anche futili perché a guidare il nostro modo di mangiare non sarà più una regola alimentare con i grammi, un piano dietetico ecc.. ma i nostri livelli di consapevolezza. Tutto ciò avrà un potenziale enorme, ci renderà liberi dalle imposizioni esterne.



METABOLICO E NUTRIZIONALE:

Una buona componente del consumo energetico  del nostro metabolismo è costituita da tutta una serie di attività che svolgiamo durante il giorno, fare le scale, camminare, occuparsi di attività fisiche ma anche mentali. In effetti, gli studi dimostrano che chi è più magro non è necessariamente chi fa palestra ( questo ci può stare in alcuni casi) ma chi è dinamico, generalmente attivo durante la giornata, quindi colui che esce, fa la spesa, si sposta a piedi, ha giornate molto impegnate. Tutto questo è ovvio che ora viene meno e quindi è evidente che dobbiamo fare i conti con una spesa metabolica più bassa anche se ci stiamo impegnando a fare esercizio fisico tutti i giorni.

Quindi, la prima conoscenza che ci deve portare ad agire consapevolmente è questa: il nostro fabbisogno è più basso e dobbiamo mangiare meno. Ma teniamo conto che questo non è tempo di impelagarsi in diete drastiche ma piuttosto cerchiamo l’equilibrio, che magari non ci farà  dimagrire in fretta ma ci garantisce maggior salute e buonumore.

-         Mangiare meno: Come possiamo mangiare meno? Cosa può aiutarci? Oltre al concetto esposto precedentemente sulla disciplina della presenza e della consapevolezza, introducendo più acqua ( almeno 1,5- 2 litri al giorno) e più fibra almeno 25 gr al giorno (5 porzioni frutta e verdura al giorno).

Altre regole importanti:

-         Variare il più possibile le scelte a tavola ed evitare la monotonia: in natura non esiste un alimento completo che da solo è in grado di soddisfare le esigenze nutrizionali e per una corretta nutrizione è fondamentale non demonizzare alcun alimento ( si rischia di indebolire il corpo).

-         Fare sempre un buona prima colazione: gli studi hanno dimostrato ampiamente che il fare o meno colazione, ma anche il come farla (completa ed abbondante), si ripercuote sulla velocità del metabolismo e anche sul conseguente rischio di attacco di fame verso pomeriggio e sera.

-         È importante consumare sempre, e dico sempre, carboidrati a pranzo, meglio integrali,  è opportuno consumare tutti i giorni un primo a base di riso, legumi, farro, pasta meglio integrale ecc..

-         Mangiare pesce, per il suo apporto in omega 3, almeno 2- 3 volte a settimana

-         Bere acque con residuo fisso medio tra 50 e 550 piuttosto che quelle minimamente mineralizzate con valori inferiori uguali a 50 perché abbiamo bisogno per il sistema immunitario di un’acqua che sia anche fonte di minerali importanti, come bicarbonati, magnesio, calcio. Ovviamente il consiglio specifico del tipo di acqua può variare a seconda della presenza di patologie come ad esempio quelle renali.

-         Ridurre la carne rossa, meglio consumare la carne bianca.

-         Ultimo ma non per importanza, è la corretta assunzione del principale nutrimento per il corpo, l’ossigeno. Assumere almeno 250-300 litri di ossigeno al giorno. Come? Qui bisognerebbe fare un'altra articolo sulle tecniche di respirazione che acquietano l’anima ma soprattutto stimolano le difese immunitarie come nessun altro mezzo. La respirazione diaframmatica crea una profonda depressione addominale che smuove la linfa del sistema immunitario e con essa si attivano le difese immunitarie. Per il momento vi consiglio di arieggiare spesso la casa, trascorrere un po’ di tempo in giardino, sul balcone o in cortile anche per esporsi al sole e sintetizzare vitamina D.

 

 

Dott. Paolo De Rocco

Lifestylecoach e Nutrizionista

 

 

 

 

 

 

venerdì 3 aprile 2020

LA DISCIPLINA PER IL SUCCESSO





“Parla della disciplina e la maggior parte delle persone fugge via, come orde di Mongoli sul punto di riversarsi giù dalle montagne. È comico vedere quanto tergiversa l’ego piuttosto che accettare la sua autorità su di esso”.
 
Stuart Wilde

 
La disciplina è una parola pericolosa, molti infatti associano la disciplina ad un regime coatto, una forzatura interiore quando invece la disciplina non ha nulla a che vedere con tutto questo. La disciplina di cui voglio parlarvi è un modo di essere e di agire fondato su tre elementi base:

 

1.     Decidere consapevolmente le proprie azioni

2.     Agire senza aspettative.

3.     Accogliere in serenità qualsiasi risultato.

 

 
In generale gli esseri umani fanno esattamente il contrario. Decidono le loro azioni in conseguenza di qualche cosa, agiscono con ogni sorta di aspettativa nei riguardi di se stessi e degli altri esseri umani e dato che il risultato delle loro azioni è molto spesso molto differente da quello che si aspettavano non lo accolgono mai in serenità ma con risentimento, rammarico e riluttanza. Naturalmente ciascuno di questi comportamenti è un’eredità indotta in loro da un dominio dell’ ego che si perpetua da millenni. La disciplina, invece, intesa come unione di questi 3 elementi  genera, invece, un’onda di emozioni positive ed entusiasmo, cioè correnti energetiche del tutto antitetiche a quelle di cui l’ego si alimenta. Inoltre i 3 elementi sono già di per se stessi singolarmente antitetici alla modalità generale con la quale viviamo la nostra vita e questo insieme di fattori può determinare, se la disciplina viene mantenuta nel tempo, il radicamento di uno stato interiore che impedisce all’ego di accedere con facilità alla nostra energia.
Ma la chiave della disciplina e del suo enorme valore aggiunto sta nella sua permanenza temporale. Una disciplina non è null' altro che un’illusione se non è mantenuta per tutto il tempo che gli occorre  a radicarsi e dispiegarsi.

 

“Il potere scaturisce dalla disciplina”

Stuart Wide

 

 

1.     Decidere consapevolmente le proprie azioni

Significa valutare la situazione di vita nella quale siamo e decidere una o più azioni da compiere che tengano conto della migliore funzionalità energetica possibile ed accessibile a noi in quel momento. Cioè decidere una direzione che punta diritta al miglioramento della nostra condizione di vita, ad un aumento del nostro benessere e della nostra vitalità, ad una crescita interiore e personale. In una vita condotta caoticamente non c’è mai il tempo di fermarsi a pensare davvero alla propria esistenza, non c’è mai tempo di decidere consapevolmente le azioni che ci portino benefici e buoni frutti. Agiamo credendo di compiere scelte responsabili e ponderate mentre distruggiamo la nostra energia  con ogni sorta di abitudine nefasta ed attaccamenti emozionali camuffati da libere decisioni. Fumiamo 40 sigarette al giorno, mangiamo ben oltre le nostre necessità, beviamo costantemente litri di liquidi dannosi, trattiamo i nostri compagni esseri umani come oggetti, lavoriamo ore ed ore solo per tossicodipendenza emozionale senza fermarci un attimo a chiederci il perché di tutto questo. Chiamiamo addirittura questa cosa libertà personale.
 

“Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia Vita
 vorrei fare quello che sto per fare oggi?
Ogni qualvolta la risposta è no
per troppi giorni di fila
capisco che c’è qualcosa
che deve essere cambiato”.

 

Steve Jobs
 

 

2.     Agire senza aspettative

Una volta che si è decisa un’azione occorre agire senza considerare in alcun modo i giudizi e le supposizioni create dalla "mente di superficie" perché questi giudizi e supposizioni non sono nostri, sono generati dall’ ego. Non è affatto facile ma solo perché non siamo abituati alla nostra maestosità. Se anche solo per un’azione riuscissimo a fare ed erogare il nostro meglio a prescindere da ogni aspettativa di guadagno e perdita, di approvazione o condanna, di applauso o disprezzo potremmo stupirci della grande quantità di cose meravigliose che siamo in grado di creare.

 

“Cerca solo di ottenere e il vuoto ti seppellirà

 lento come ore montane in un nero abbraccio di fondale.

Espandi sereno il dare e la luce ti accenderà.

Fulgida come alba di Sirio in un mantello di perle da erogare.

Nodoso e ricurvo come le parole avere è il bastone dell’umano

Brillante e potente come Mjolnir

Dare è lo scettro di ogni Dio”.

 

 

3.     Accogliere in serenità qualsiasi risultato

Significa renderci conto di un qualcosa che è sempre stato e sempre sarà, il risultato delle nostre azioni non rientra nel dominio delle decisioni di un essere umano. La libertà di un essere umano è nell’azione, cioè nell’espressione creativa dell’infinito in lui, i risultati sono di pertinenza di forze superiori. Risultati che possono giungere dopo molto tempo, risultati che possono essere totalmente diversi da quelli che volevamo. Ci sono sempre risultati che scaturiscono dalle nostre creazioni ma che cosa, quando, quanto e come è dominio e decisione dell’infinito.

 

“Arjuna comincia ad agire, a combattere,
e non sa cosa avverrà in lui,
né dei suoi compagni,
 né nell’esito della battaglia o
del futuro del suo popolo.
 Ma sapere questo è il compito del divino,
del “conoscitore del campo”.
All’essere umano in realtà compete
 solo di agire, cioè di vivere,
all’interno della straordinaria
 manifestazione in cui si dispiega
la sua vita”.

 

Andrea di Terlizzi

Walter Ferrero

 

Accettare in serenità questa verità e dunque manifestare la serenità nella nostra esistenza è intollerabile all’ego perché la serenità è una delle nostre emanazioni naturali di esseri umani con la quale l’ ego non può assolutamente alimentarsi. L’ego cercherà di offuscare questa emanazione innescando pensieri di giudizio negativo, di condanna, di mancata accettazione sul risultato di un’azione per una non conformità davvero presuntuosa alle sue finte aspettative. Ma nonostante non siano altro che pensieri, cioè opinioni soggettive non necessariamente vere ed oltretutto formulate e generate da una forza in contrapposizione al nostro campo di consapevolezza, noi potremo finire per crederci ed in tal modo si innescherà una nova spirale di depotenziamento che avrà l’unico esito di portare nutrimento alle forze dell’ego e deprivarci nuovamente di energia.

 

 

“Per la maggior parte la gente

non ritiene che la Serenità

possa essere una disciplina”.

 

Stuart Wilde

 

 

Attraverso l’arma della disciplina, invece, verranno messe in moto ed alimentate in noi stessi forze in grado di sostenerci nel nostro incedere verso la vita che desideriamo e che meritiamo di vivere e l’ego comincerà a perdere energia perché non sarà più lui a decidere costantemente al nostro posto azioni deprivanti, non saranno più il suo giudizio, le sue finte aspettative a ricevere la nostra attenzione e la nostra fiducia. La nostra consapevolezza non crederà più ai suoi pensieri di giudizio negativo e di valutazione non obiettiva e tutto questo libererà sempre più  velocemente energia dalla trappola in cui l’ego l’ha ingabbiata a suo vantaggio.
 
 

Ma qual è la differenza tra un’azione disciplinata e un’abitudine?
Nient’altro che la consapevolezza.
 

Un’abitudine trae origine da pensieri inconsapevoli e fuori controllo, l’azione disciplinata, invece, scaturisce da pensieri e decisioni consapevoli. Sebbene entrambe usino le stesse risorse a disposizione dell’essere umano, un’abitudine disperde energia per tossicodipendenza emozionale, un’azione disciplinata la accresce, ma quello che fa davvero la differenza è la consapevolezza. Se essa manca l’azione diventa abitudine, se essa viene alimentata qualsiasi azione e qualsiasi abitudine diventano sorgente di potere. Tuttavia è bene essere consapevoli sin da subito di un elemento di estrema importanza, la disciplina è illusoria e non ci darà nessuno dei suoi frutti meravigliosi se non è mantenuta nel tempo. Per quanto tempo? La nostra mente profonda lo sa perfettamente, le sensazioni che libererà in noi ci diranno quando il tempo di una disciplina è compiuto.

 

 

Comincia tutto con una singola azione,

che deve essere deliberata,

precisa e mantenuta nel tempo.

Ripetendo questa azione

Sufficientemente a lungo

Si attiva uno dei più grandi doni

Che l’essere umano possa percepire in sé,

uno dei pilastri della sua eredità

di essere umano magico,

che poi può applicare a tutto il resto:

l’intento inflessibile

 

John Michael Abelar
 
 
 
 
Dott. Paolo De Rocco
Lifestyle coach e Nutrizionista