mercoledì 22 maggio 2019

LA DIETA MEDITERRANEA PROTEGGE IL DNA E CON ESSO LA NOSTRA LONGEVITà E BENESSERE: LO DICE LA SCIENZA




La dieta mediterranea è caratterizzata da un elevato consumo di frutta, verdura, cereali, patate, pollame, fagioli, noci, pesce magro, latticini, piccole quantità di carne rossa, consumo moderato di alcol e olio d'oliva. La maggior parte di questi alimenti sono ricche fonti di composti bioattivi che possono svolgere un ruolo nella protezione dello stress ossidativo incluso il danno al DNA. Una recensione recente fornisce una sintesi delle prove derivanti da studi di intervento umano finalizzati a valutare l'impatto della dieta mediterranea sui marcatori del danno al DNA, sulla riparazione del DNA e sulla lunghezza dei telomeri. I pochi risultati disponibili mostrano un effetto protettivo generale della dieta mediterranea da sola, o in combinazione con alimenti ricchi di bioattività, sul danno al DNA. In particolare, gli studi hanno riportato una riduzione dei livelli di 8-idrossi 2'⁻deossiguanosina e una modulazione dell'espressione del gene di riparazione del DNA e della lunghezza dei telomeri. In conclusione, nonostante la letteratura limitata disponibile, i risultati ottenuti sembrano supportare gli effetti benefici del pattern dietetico dieta mediterranea nella protezione contro la suscettibilità al danno del DNA. Tuttavia, sono auspicabili ulteriori interventi ben controllati al fine di confermare i risultati ottenuti e fornire conclusioni basate sull'evidenza.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6412605/

sabato 4 maggio 2019

IL GRASSO SOTTOCUTANEO SI RIDUCE QUANDO CI ESPONIAMO AL SOLE





Uno studio innovativo, condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Alberta, ha dimostrato che le cellule adipose che si trovano appena al di sotto della nostra pelle si restringono se esposte alla luce blu emessa dal sole.

Quando le lunghezze d'onda della luce blu del sole (la luce che possiamo vedere con gli occhi ) penetrano nella nostra pelle e raggiungono le cellule adipose appena al di sotto, le goccioline lipidiche si riducono di dimensioni e vengono rilasciate dalla cellula stessa.

Si può ipotizzare che l' insufficiente esposizione alla luce solare durante l’inverno potrebbe favorire l’ immagazzinamento del grasso ( oltre al ben conosciuto meccanismo della vitamina D) e contribuire al tipico aumento di peso che alcuni di noi hanno durante questa stagione.
Sulla base dei risultati della ricerca, le cellule di grasso che immagazziniamo proprio al di sotto della nostra pelle potrebbero essere un orologio biologico periferico sensibile alla luce solare.

Non è una novità che la luce blu emessa dal sole sia in grado di regolare i nostri ritmi circadiani ( ritmo sonno-veglia) attraverso alcuni recettori presenti nei nostri occhi. Ecco perché non bisognerebbe guardare i dispositivi digitali prima di andare a letto. Cellulari, pc e tablet emettono la stessa luce blu che emette il sole e ci segnalano di svegliarci. Sulla base di tale evidenza si può ipotizzare che anche le cellule adipose sottocutanee possono avere una certa sensibilità alla luce, agendo come regolatori del loro stesso accumulo di grasso a seconda della stagione: aumento di peso in inverno e diminuzione in estate.

Attenzione, la scoperta è solo un'osservazione iniziale e perseguire l'esposizione alla luce solare non è un modo sicuro o consigliato per perdere peso. Ad esempio, non è conosciuta ancora l'intensità e la durata della luce necessaria per attivare questo effetto.

Tuttavia, questa scoperta apre nuove vie di esplorazione scientifica che potrebbero un giorno portare a trattamenti farmacologici o di esposizione controllata alla luce per l'obesità e altri  problemi di salute correlati come il diabete.

 
Autore articolo: Dottor Paolo De Rocco

 
SELFDIET- STUDIO DI NUTRIZIONE- Dott. Paolo De Rocco e dott.ssa Fabiana Petruzzi
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