sabato 14 marzo 2020

IL PERIODO MIGLIORE PER ESSERE SE STESSI E DIMAGRIRE È ORA

 
Il primo pensiero per molti di noi, in tema di alimentazione e stile di vita, è probabile che sia:

“Oddio, ora ingrasserò, non potrò bruciare le stesse  energie essendo costretto a rimanere sempre a casa e a muovermi molto meno!” Questo pensiero è vero, è legittimo, e potrebbe anche risultare un dato di fatto per molte persone. A questa forte convinzione (ricorda che i nostri pensieri diventano la nostra realtà) si potrebbe associare un comportamento di “resa” e qualcuno di noi potrebbe ripetersi frasi del tipo: “l’unico piacere che mi rimane è mangiare, per adesso metto da parte il patto che avevo fatto con me stesso di volermi più bene”.
 
“È la ripetizione delle affermazioni che porta a credere. E quando il credere diventa una convinzione profonda le cose iniziano ad accadere”
Muhammad Ali
Dopo un iniziale periodo dove è comprensibilissimo uno stato di smarrimento, incredulità e resa è necessario che ognuno di noi non si lasci sopraffare dalla situazione. Inizia ora il momento di mettere in campo tutte le risorse possibili per reinventarsi, ricostruirsi, crescere ( non in peso J). Bisogna ritrovare la lucidità e comprendere che questo potrà rivelarsi il momento più proficuo per  iniziare a sviluppare capacità nuove, che in cuor nostro sapevamo già fossero necessarie ma non abbiamo trovato mai la tranquillità e il tempo di riflessione per attuarle.
 
“I nuovi inizi sono spesso mascherati da finali dolorosi”
Lao Tzu
 
Dove voglio arrivare con questa premessa? Al fulcro, al perno intorno al quale ruota tutta la nostra capacità di cambiare definitivamente stile di vita, modo di vivere. Questo fulcro si chiama consapevolezza, consapevolezza alimentare, corporea e del proprio essere.
“La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore.
Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia”
Carl Gustav Jung
 
Chi mai ci avrebbe permesso di fermarci come abbiamo fatto ora, non ci saremmo mai riusciti se non ci fosse stato imposto da un problema così grande che sta mettendo a rischio la nostra salute e sopravvivenza. È un’opportunità unica che forse alcune generazioni non hanno avuto mai la “fortuna” di vivere.
Ed è proprio in questi giorni che mi vengono in mente tutte le mie parole rivolte ai pazienti. Non mancava mai la raccomandazione: “Signora, quando si siede a tavola deve cercare di essere quanto più consapevole possibile, essere presente, ritualizzare il momento e renderlo sacro. Non deve permettere che entrino interferenze emozionali, stati d’animo legati a pensieri sul passato e sul futuro. Questi ultimi non hanno nulla a che fare con il cibo che si deve apprestare a mangiare e farlo diventare parte di lei, dei suoi tessuti ed organi”.
“Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice.
La vita sarà una festa, un grande banchetto, perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo”
Paulo Coelho
 
In questi giorni c’è sicuramente l’interferenza con la preoccupazione, ogni tanto capita di proiettarsi su come evolverà il tutto nel prossimo periodo ma ora abbiamo una sola certezza: dobbiamo stare a casa per qualche settimana, non possiamo far nulla se non questo. Questa certezza può aiutarci a lavorare serenamente su di noi e permettere al tempo di divenire più dilatato, senza scadenze, dove ciò che conta di più è la presenza verso noi stessi e verso la nostra famiglia.
 
“Ogni secondo è di valore infinito, perché è il rappresentante di un’eternità tutta intera”
Goethe
 
È adesso che possiamo compiere la nostra trasformazione, una trasformazione che ci è stata preclusa dal tempo, dal poco tempo, dal dover correre, anche se avremmo in cuor nostro sperato tanto di poterci fermare per fare il punto della situazione, ritrovare lucidità ed un sano distacco dalle cose, dalle identità e dalle maschere che più o meno consapevolmente abbiamo indossato.
Una qualsiasi persona è geneticamente più o meno magra, tutti noi lo siamo, non esiste una persona obesa, che è quindi così di natura. Cosa possiamo fare allora per diventare ciò che siamo veramente, scegliere saggiamente cosa mangiare, come mangiarlo, in quanto tempo mangiarlo e come e quanto muoverci? Innanzitutto non ascoltando i concetti che abbiamo nella testa che ci sono stati inculcati dal nostro vicino, dalla rivista o in buona fede dal nostro nutrizionista ma ascoltando quello che ha da dirci la nostra anima. Un’alimentazione consapevole non ha a che fare con i concetti ma con il sentire. Il silenzio di questi giorni è surreale e può aiutarci a fare silenzio nella mente.
 
“Il silenzio non fa domande, ma può darci una risposta a tutto”
Ernst Ferstl
 
È questa la ricetta principale per diventare consapevoli, rimetterci in contatto con le nostre reali necessità. Bisognerebbe fare questo tutte le volte che ci sediamo a tavola (non sprechiamo questa colossale occasione), magari attraverso una preghiera o semplicemente meditando per qualche minuto. Se mentre mangiamo la nostra mente è silenziosa e non rimugina, possiamo allora capire ciò che il nostro corpo vuole davvero, quali alimenti, quali colori e soprattutto in che quantità. Questi messaggi, in verità, il corpo li ha sempre mandati ma il chiasso della mente non ci fa accorgere della loro presenza e allora mangiamo solo per piacere edonico, per bisogni emozionali, per riempire il vuoto incolmabile, un vuoto che è l’espressione del distacco che abbiamo con noi stessi ma anche con la natura ed il mondo.
 
Tutta la nostra sofferenza che sfocia in sovrappeso, obesità e malattia nasce da una somatizzazione del disagio insopportabile creato dal voler a tutti i costi essere, apparire e dimostrare agli altri ma anche alla nostra stessa fittizia identità quello che davvero non siamo dentro. Abbiamo finito per identificarci sin troppo con un ruolo, senza che ce ne fossimo mai accorti, pur di ricevere approvazione, di ricevere la “droga”, la droga del consenso di una società malata che si è allontanata dall’umile essenza della vita.
 
“La vera vocazione  di ognuno è una sola, quella di conoscere se stessi”
Hermann Hesse
 
In questo periodo storico molti di noi perderanno inevitabilmente qualcosa di materiale, saranno costretti a perdere un ruolo, magari lavorativo ed economico e soffriranno in proporzione a quanto si sono autoingannati con la rappresentazione di chi credevano di essere. Ma non sanno che se provano a scavare un pochino dentro, troveranno un lume, una piccola luce che non è mai stata messa in discussione da tutti gli eventi esterni, una luce pura. Una luce di speranza da cui ripartire senza più farsi ingannare dall’apparenza. Questa è la stessa luce che dobbiamo ricercare quando vogliamo dimagrire, il percorso dimagrante (quello fatto con coscienza e consapevolezza ovviamente) non è altro che un’espressione di un percorso più ampio che chiamiamo vita.
Un abbraccio!
 
Dott. Paolo De Rocco
Lifestyle coach e nutrizionista
 

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